ANCORA SULLA SOLITUDINE

23 luglio 2003.

Salute a voi, amati figli.
Lungo il cammino, ripetutamente, vi ho invitati al risveglio e talvolta vi ho suggerito, attraverso il mio silenzio, il vostro silenzio interiore, affinché fosse più facile per la coscienza il destarsi, estraniandovi dal frastuono che assai di frequente vi circonda.
L’invito che or ora vi porgo è alla solitudine, che di già taluni di voi stanno vivendo, con una accettazione che è talvolta combattuta, talvolta rassegnata e tale altre volte melanconica e nostalgica. Solitudine assai importante in un tempo in cui dovete comprendere il significato delle scelte attuate e di quelle che vi attendono, come pure egli errori commessi per poter correggere gli effetti di essi sul vostro esistere e quello altrui. Indi, la solitudine, figlioli, poiché solo nella vera solitudine l’uomo può comprendere ciò che è inscritto nel proprio cuore.
Ciò non significa né che sia di necessità l’isolamento né l’estraniazione dal mondo, ma la scoperta dell’intima solitudine in sé è l’unica via che conduca alla vera comunione e non alla condivisione illusoria che assai di frequente vivete nella vostra dimensione e che malauguratamente spesso perseguite, credendola veritiera.
Figlioli, affinché la solitudine sia proficua è necessario che partiate dalla consapevolezza che essendo ciascuno di voi emanazione dell’Amore, ciascuno di voi è Amore. Ciò dà inizio al percorso di Liberazione, poiché vi libera dalla rabbia, dall’aspettativa, dal risentimento, dall’astio, dall’odio verso l’altro.
Quando siete sereni e appagati, non vi è di grande difficoltà l’accettare l’altro come Amore, ma quando dall’altro vi giunge provocazione oppure offesa è ben diverso il vostro sentire. Sappiate che pure l’assassino è emanazione di Dio, ma egli è così addormentato e immerso nelle proprie illusorie necessità da non sentire Dio in sé e indi è impossibilitato ad esprimere ciò che egli neppure sente in sé. Assai di frequente, i più grandi redenti sono stati i peggiori furfanti, poiché posti nella impossibilità di agire, e indi di attuare le loro illusorie necessità a qualunque costo, e costretti alla solitudine hanno dovuto udire la Parola del Padre che ha illuminato ciò che era oscurità. Saulo prima di divenire Paolo non è stato forse persecutore spietato del Cristo-Amore? Rammentate, per tutti esiste l’illuminazione sulla via di Damasco! Non vi sono prescelti o privilegiati, siatene memori. Tutti sono figli di Dio: taluni lo sentono e si comportano nel rispetto di tale discendenza, tal altri non ne hanno memoria e il loro agire li rende discendenti di colui che va cercando la Luce per far ritorno al Padre di cui ha assai nostalgia, compiendo atti impuri, poiché è signore della materia la quale è una forma impura di spirito.
Ordunque, figlioli, ciò che favorisce il risveglio e il recupero della memoria non è il pensare o il dire, bensì l’operare. Indi, figlioli amati, sono più le opere d’Amore che il pensare romanticamente all’Amore o il parlare d’Amore che avvicinano al Padre, perché le opere rinvigoriscono la Fede e la Fede rende le opere Opera di Dio, essendo voi Sua emanazione.
Ordunque, grandi catene per rammentare ciò che siete sono la paura, il possesso, il potere, l’alterigia, il giudizio, la colpa, la prevaricazione, il sesso, l’uso del fratello e della sorella: essi sono stati dall’umano eretti a valori, proprio come si narra accadde quando Mosè – il cuore – pastore – si allontanò per andare a dialogare con il Padre, lasciando che la mente si servisse dei bisogni per gestire il gregge di uomini. Quando Mosè fece ritorno, trovò il suo popolo ebbro e posseduto dall’assenza di valori, poiché essi avevano smarrito il loro cuore e indi si erano separati da Dio.
Figlioli, non intendete in modo improprio il mio dire: non è vero che l’agire secondo la mente sia negativo e l’agire secondo il cuore positivo. Sono a ambedue veicoli dello spirito, ma con caratteristiche funzioni differenti. In prevalenza, la mente ordina, gestisce, discerne e il cuore che, erroneamente, spesso, confondete con le emozioni vissute, ama. L’emozione compresa con la mente genera sentimentalismo, col cuore sentimento.
La mente non ama non perché sia arida o sterile, ma perché non può farlo poiché non possiede la capacità di farlo. Essa è stata voluta come sorella del cuore dal Padre, per realizzare attraverso l’agire l’Amore generato dal cuore.
Assai di frequente, nel vostro spazio e nel vostro tempo, vi affidate erroneamente al sentire della mente, la quale è incapace di sentire, essendo capace di analizzare, di sintetizzare, di elaborare, di ordinare, ma non certo di sentire, poiché non possiede organi per poterlo fare. Figlioli amati, siete forse capaci di ascoltare soave musica con gli occhi? Ciò mica discrimina gli occhi, ma evidenzia ciò che possono fare o non fare.
Nell’affidarvi al sentire della mente, vi costringerete in una trappola che condiziona il vostro vivere quotidiano, poiché la mente così come ordina, è pure generatrice di paure, che divengono fantasmi e con il tempo lemuri. Essa vi induce a spendere il vostro tempo nell’analisi, nella elaborazione, nel giudizio e a far divenire, assai di frequente, i vostri fratelli e le vostre sorelle strumenti, non di certo nelle mani dell’Amore, bensì nelle vostre, per appagare le vostre egocentriche necessità.
Rammentate sempre, figlioli, l’Amore unisce, mentre i valori terreni separano e generano paura, che genera dipendenza dai medesimi valori illusori. Non sono trappola, ma anche rete invischiante!
Figlioli esercitatevi a vivere, non solo a esistere. Apprendete a vivere il presente, poiché gli altri tempi sono una mera vostra invenzione. Il presente è eterno: include ciò che è avvenuto e ciò che avverrà, perché tutto avviene.
Se volete vivere e non solo esistere, dovete essere sempre memori della coerenza.
Dovete essere memori sempre di non ledere e di non permettere di essere lesi, poiché tale attenzione è la vostra difesa di Dio. Apprendete a non ledere né con i pensieri, né con le parole, né con le azioni, poiché per lo spirito non vi è profonda differenza tra la lesione attuata con una lama, oppure con parole generatrici di sofferenza o con pensieri generatori di fantasmi e dipendenze, per chi è costretto a subire.
Amate, figlioli, amate e là dove non vi è possibile amare, non odiate: calzate i sandali del non giudizio, indossate le vesti dell’accoglienza e percorrete una via differente da colui che potrebbe divenire il vostro nemico. Ordunque, andate e operate in nome dell’Amore. Vedrete: nel giovare a chi donerete Amore, gioverete a voi stessi. Ciò vi sarà di ausilio nel liberarvi dalle barriere apparentemente invalicabili che il vostro ego ha costruito e vi renderete conto che è al di là di quei muri altissimi splende la Luce, una Luce irrinunciabile che è Vita.
Che la Luce sia con voi.