DIALOGARE CON IL DIVINO

12 settembre 2003

Amati figli, salute a voi a cui mi unisco dopo avervi lasciato discorrere, giungo per discorrere un poco con voi. Figlioli amati, ciò di cui discorreremo or ora riguarda ciascuno di voi, o meglio riguarda il percorso di ciascuno di voi e taluni significati sui quali dovreste riflettere, riflettere così come vi dissi nel significato del passato, dovette flettere, nuovamente flettere su taluni significati.
Figlioli amati, il vostro percorso, il vostro percorso di cercatori sta acquistando caratteristiche ben differenti da quelle iniziali, vi sono taluni aspetti sui quali è importante che soffermiate lo sguardo. Ciascuno di voi sta sperimentando un percorso differente con pensieri differenti e emozioni differenti; ogni percorso è differente e voi vi incontrate vi con-frontate e il vostro confrontare è di utilità seppure le espe-rienze siano differenti e nella differenza siano arricchenti.
State figlioli esplorando vie differenti e tale differenza è as-solutamente importante poiché ciascuno di voi ha in sè un progetto e una missione diversa. L’incontro è importante poiché permette di confrontare, di confrontare e nel con-frontare di comprendere.
Accettate e accogliete intimamente le diversità poiché l’Antro rappresenta una minuta realtà delle innumerevoli diversità che caratterizzano e costellano l’universo e gli universi.
Apprendete a dialogare con le diversità poiché da esse vi è la possibilità di apprendere, ma le diversità perché diventi-no occasione di vera comprensione debbono essere accolte, accolte senza che ciò generi conflitto e senza che il conflitto conduca alla necessità di ritenere vera una realtà piuttosto che un’altra; dovete apprendere ad esercitarvi nell’accoglie-re tutte le possibili realtà poiché ciascuno di voi è un fram-mento differente, poiché ciascuno di voi è un organo diffe-rente e indi ha funzioni e modalità differenti.
Vi è stata una pausa lungo il cammino così come in altri momenti vi sono state in passato pure delle pause con caratteristiche differenti. Figlioli amati, tutto è stato, tutto è, tutto sarà di utilità, che questo non vi crei alcun timore, che questo non vi preoccupi poiché il vostro essere Antro non significa essere gruppo, non è precisamente questo il significato; poiché un gruppo così come intendono gli umani non ha la capacità di durare a lungo poiché subentrano le neces-sità dei singoli e i singoli fanno in modo che il gruppo non riesca più ad essere una entità palpitante, indi i gruppi, tutti i gruppi, come tutti i grandi gruppi, come tutte le realtà organizzate e gestite, hanno come termine le fratture poiché subentrano le singole necessità.
Voi non siete gruppo ma siete Antro, Antro significa profon-damente che ciascuno di voi deve poter accedere al proprio antro, al proprio antro interiore; ciascuno di voi vi sta e vi accederà con modalità differente poiché ciascuno di voi possiede differente missione, indi figlioli, offritevi l’occasione di comprendere ciò che per ciascuno sarebbe incomprensibile se non vissuto in questa dimensione che è occa-sione di visionare realtà altrimenti non comprensibili in altro modo.
Figlioli amati, rammentate che le testimonianze nel corso del tempo e dei tempi sono state sempre molteplici, vi si chiede, vi si domanda qualche cosa che è assolutamente unico, l’abbiamo domandato in passato, lo domandiamo e continueremo a domandarlo sempre, sempre nel corso del tempo e dei tempi; ciò che abbiamo assolutamente, ciò che abbiamo ripetutamente, ciò che abbiamo costantemente trasmesso è stato poi letto e interpretato dagli umani secondo le loro necessità e si sono costituiti, si sono organizzati, affermando ciò è verità, ma in verità non era ciò che da noi giungeva poiché l’idea del gruppo è idea di forza, l’idea di forza è prevaricazione, prevaricazione è potere, potere è assenza di libertà, assenza di libertà è impossibilità di espressione dell’amore, assenza dell’amore nell’espressione della vita e delle singole esistenze, è impossibilità di acco-gliere intimamente Dio. Indi figlioli amati, l’invito che vi rivolgo è assolutamente a rifiutare l’idea di essere gruppo, ciò vi preserva dal rischio di cercare l’unità, l’unità non deve esserci e a dire propriamente il vero noi abbiamo gioito del-le tensioni, delle inquietudini, dei conflitti, delle incomprensioni, dei litigi visibili, dei litigi non visibili, del conflitto, dei conflitti, delle rabbie e delle inquietudini perché ciò ha lasciato chiaramente intendere che non potevate essere gruppo; di certo il rischio è la frattura, di certo quando la materia viene agitata può frantumarsi, ma vi è un limite, limite che non avete superato; indi non vi siete spaccati ma avete iniziato a comprendere che non dovete essere gruppo poiché ciò segnerebbe la fine.
Ciascuno di voi ha da misurarsi con prove, con timori, con i cosiddetti lemuri, ciascuno di voi figlioli amati, lo deve fare, indi quando vediamo che siete in armonia gioiamo, ma quando vediamo che vi sono conflitti tra di voi noi pure gioiamo perché in quei precisi momenti accade ciò che è ve-ramente creativo, ciò che è veramente energia trasformatrice, poiché in quei momenti voi affermate le vostre specifiche missioni e ciò vi tiene lontani dall’essere una chiesa, una nuova chiesa che professi un nuovo culto. Il rischio in cui gli umani sono incorsi e che hanno realizzato è proprio la costituzione di chiese antiche, di chiese nuove, di pensie-ri, di scuole, di correnti, di organizzazioni per affermare che ciò che altri avevano affermato non era veritiero e che ciò che veniva affermato era veritiero soltanto perché contrastava la verità precedente.
Ciò non deve accadere e l’occasione per comprendere ciò si deve verificare propriamente all’interno dell’Antro poiché ciascuno deve fare il percorso da solitario viandante nel percorso terreno che è propriamente la via che conduce alla Vita. Indi siate solitari viandanti rispettosi degli altri solitari viandanti lungo il cammino, non esercitate forzature poiché non vi intendete, nel vostro non intendervi si verifica ciò che viene a tradursi come tensione o conflitto; rammentate che ci saranno momenti di grande comunione e ci saranno mo-menti di grande disaccordo ciò vi preserverà dall’essere una novella chiesa ed è per noi assolutamente importante. In questo siete e sarete unici se riuscirete a perseverare.
Figlioli amati, a differenza di ciò a cui siete più avvezzi il mio dire di questa venuta non sarà propriamente specifico poiché se vi dessi indicazioni specifiche sul singolo percorso di ciascuno sarebbe nuovamente un orientare sul progetto, il progetto inscritto in ciascuno, ciò che vi invito invece a fare è accogliere nel mio dire ciò che c’è per ciascuno di voi. Se come accaduto ripetutamente in passato mi rivolgessi ad ogni singolo farei di ciò una attenzione alla singola individualità, invece ciò che ci stiamo approssimando a vivere è altro; il cogliere che l’individualità è una percezione alterata che avete nella materia e tale percezione alterata dello spirito viene da voi rincorsa, diviene per voi vitale, diviene per voi addirittura comportamento conducente alla morte. Il far soccombere un’altra individualità per affermare la propria. L’individualità, figlioli amati, è in verità un fardello, non è un dono, è un dono nel momento in cui la superate. Ordunque il mio non è di certo un invito al perdervi nell’universo, allo smarrirvi nella totalità, ma è un invito a non perseguire, a non rincorrere, a non inneggiare, a non idolatrare l’indivi-dualità poiché l’individualità pone grandi, grandi, insormontabili limiti.
Avete veduto come (Omissis) avvenga nel suo sentire, come il suo sentire si modifichi quando ella perda la percezione della dimensione fisica. Ordunque quando ciò accade la ca-pacità sensoriale di rapportarsi con l’esterno non esiste più poiché non è più necessario rapportarsi con l’esterno. In quel momento ella è propriamente con Dio poiché in quel momento non esiste più la realtà, i sensi sono totalmente bloccati, dall’olfatto, all’udito, al tatto, ogni senso perde di importanza poiché i sensi servono precisamente a percepire l’esterno, ma l’esterno è la grande illusione in cui voi siete immersi. Quando ella perde tale percezione il contatto con la nostra dimensione è assai più favorevole e quella dimen-sione appartiene a voi tutti, figlioli amati, soltanto che ne avete perduto la capacità, capacità che dovete in forme diverse propriamente in relazione alle vostre modalità, recu-perare, dovete perdere la capacità di decodificare l’esterno e di essere attenti a ciò che in voi accade.
Figlioli, in verità quando vi rapportate con la dimensione più vera, quella è la realtà poiché è vera; quando vivete nel quotidiano, perseguite i vostri progetti, vi adirate, vi inquietate, vi accalorate, vi appassionate, siete degli illusi perché ciò passa attraverso i vostri sensi e i sensi sono stati generati per permettervi di essere inseriti nella materia, ma non vi permettono di accedere alla dimensione a cui appartenete e a cui anelate.
Ordunque, siete tutti soli e siete tutti collegati. Il collegamento però non avviene attraverso l’intelletto, non è né sul piano mentale né sul piano emotivo; il piano sul quale tutti dialogate è il medesimo piano che vi permette di dialogare al di là della distanza fisica è propriamente quella dimensione che non ha barriere poiché Dio è in tutti e Dio è pro-fondamente solo; indi ciò significa che quando Dio incontra il suo compagno che è lo specchio che sta nell’altro, in quel preciso momento si crea la grande armonia.
Il cervello è uno straordinario frammento dell’universo, uno straordinario meccanismo che avete appreso a specializzare nella sua parte più misera poiché la parte più potente, più straordinaria, più divina l’avete trascurata poiché nel vostro percorso terreno pare essere meno utile; ma è questa la parte che conduce in verità a sentire Dio in sè, poiché è errato, errato senza espressione di giudizio, è errato il crede-re che Dio si senta nel cuore come voi intendete poiché Dio non è emozione, non è sentimento, non è neppure passione. Dio è, e nel suo essere soltanto là dove ha sede il frammento della coscienza universale, ossia nel cervello Egli può essere percepito e accolto.
In passato per alcuni di voi la cattività era rappresentata dal raggiungimento di Dio mediante un maestro e di maestri ne avete cercati, ne avete incontrati, alcuni hanno soddisfatto le vostre necessità temporaneamente. Figlioli, vi debbo aiutare ad essere liberi dalla necessità di un maestro poiché è l’unico modo per amare profondamente Dio. Chi cerca un maestro perde Dio poiché cerca la rappresentazione di Dio nel maestro, indi mi sono definito Educatore di Libertà poiché devo liberarvi pure da me e le modalità di cui mi son servito e di cui ancora mi servirò saranno volte propriamente a questo poiché è necessario che non vi sia più ricerca di maestri in voi perché ciò, a differenza di ciò che viene insegnato, allontana da Dio perché alimenta la separazione. E poi accorti a non diventare schiavi, a non essere soggiogati, a non cadere in cattività in nome della liberazione, poiché la liberazione è uno stato di coscienza, non è una condizione di esistenza nè uno stato correlato al vissuto, ripeto, ripeto è uno stato di coscienza che è al di fuori del percorso storico. La liberazione è uno stato di coscienza, non c’è nulla che voi possiate fare storicamente per avvicinarvi alla liberazione. Voi potete essere segregati, torturati, potete essere privati di ogni cosa, potete essere così sofferenti da faticare pure a respirare, ma essere nella liberazione. Potete essere in una meravigliosa cattedrale, potete essere in un giardino fiorito, potete essere là ove si cantano inni a Dio e essere profondamente schiavi, è uno stato di coscienza figlioli, potete fare qualunque cosa ma dipende dallo stato di coscienza in cui agite, non dalle azioni che compite, le azioni possono esservi di ausilio per avvicinarvi allo stato di coscienza, ma la liberazione si può pure raggiungere stando immobili per l’intera esistenza poiché è dentro, non è al di fuori.
Ordunque, l’Antro non è gruppo, rammentate ciò che vi è giunto in questo nostro incontro ha significato per ciascuno di voi e ciascuno di voi dovrà attingervi ciò di cui ha necessità. È iniziata l’opera di liberazione dall’individualità, per tale motivo non ho specificato per ciascuno ma ho detto per ciascuno, dovrete attraverso la lettura del cuore compren-dere le singole parti rivolte a ciascuno di voi.
Figlioli amati è tempo che mi accomiati. Che la luce sia con voi.